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Carte Pokemon: Autografo di Mitsuhiro Arita

Il fenomeno delle carte Pokemon sta dilagando un po’ ovunque nel mondo, ed ogni mese un nuovo record di vendite viene raggiunto. Abbiamo quindi deciso di creare un approfondimento sui Pokemon e sugli autografi del suo disegnatore più famoso: Mitsuhiro Arita.


Come sono nati i Pokemon?

Sono passati già 25 anni dalla prima uscita sul mercato giapponese del videogioco Pokemon, ideato dal giovanissimo Satoshi Tajiri.

Satoshi, da sempre appassionato di insetti tanto da essere soprannominato dagli amici “Mr. Bug”, immaginò di realizzare dei piccoli mostriciattoli digitali che potessero essere catturati dai bambini nello stesso modo in cui lui catturava gli insetti.

L’idea fu talmente rivoluzionaria ed apprezzata che la Nintendo, dove Satoshi lavorava, investì importanti risorse affiancandogli  nell lavoro dei “Poket-Monster” il celebre Shigeru Miyamoto, noto per aver dato vita a personaggi immortali tra cui Super Mario Bros.
 

Carte Pokemon, i disegni di Mitsuhiro Arita

Immagine fonte: GQ-Magazine



Vista la grande diffusione del gioco digitale, era necessario affiancare una versione “cartacea” che fosse in grado di appassionare in egual modo grandi e piccoli.

I disegni furono affidati al visionario Mitsuhiro Arita, illustratore freelance che realizzò Pikachu  ed i suoi amici, così come li conosciamo oggi.

Come era prevedibile, il gioco riscosse un enorme successo, tanto che le carte divennero ben presto non più strumenti di gioco ma ambiti cimeli da collezionare.


Carte Pokemon Autografate

Il fenomeno su scala mondiale legato alle carte Pokemon è ormai conosciuto da tutti, ma molto meno conosciuto è il valore acquisito da una carta originale autografata dal suo storico disegnatore Mitsuhiro Arita.  A seconda della tipologia di carta e della sua edizione, una carta Pokemon autografata da Arita, corredata dai dovuti Certificati di Autenticità, può raggiungere facilmente anche un valore di oltre 50.000 Euro! Incredibile vero?


Dentro l’autografo di Mitsuhiro Arita

Prima di addentrarci nello studio della firma del celebre illustratore, è necessario precisare che ne esistono di due tipologie: quella in Kanji (i logogrammi giapponesi) e quella in alfabeto latino. 
 

Autografo “Mitsuhiro Arita” (caratteri latini):


Questa tipologia di firma è statisticamente meno comune poiché viene spesso apposta dall’illustratore durante le sessioni di firmacopie in America o Europa.

La grafia appare spesso scomposta e fortemente irregolare complice il cambio di scrittura delle lettere da un alfabeto formato da ideogrammi ad uno realizzato da singole lettere più semplici, sicuramente meno padroneggiato dal disegnatore. 

Le lettere mostrano infatti un distacco netto e marcato e nessuna è legata alla precedente.

Le lettere “M” ed “A” sono quasi sempre predominanti uscendo dalla riga di scrittura, la lettera “U” invece si presenta molto piccola.

Le lettere “T” sono spesso vergate in modo singolare, quasi al contrario, come se ad apporle fosse un mancino (nonostante Arita sia destrorso) partendo dal basso e portando il braccio della lettera marcatamente verso sinistra. L’ultima lettera “A” appare particolarmente elaborata riportando un “ricciolo” più o meno definito.
 

Autografo Kanji “ 有田満弘”:

 


Si tratta del vero e proprio autografo dell’illustratore che viene apposto tramite i logogrammi Kanji.

Possiamo facilmente isolare quattro distinti gruppi che compongono la firma. Pur non seguendo sempre degli schemi di apposizione troppo rigidi, sono presenti numerosissime peculiarità che un perito calligrafo è in grado di riconoscere. Non potendo elencare tutte le singolarità dell’autografo per non agevolare il lavoro dei falsari, possiamo descrivere i due casi più frequenti:

Lettera “T”

Il primo logogramma, che per un occidentale appare come una sorta di lettera “T”, deve apparire leggermente inclinata e mai troppo rigida, staccata dal resto della parola.

“Trattini” 

Un altro particolare a cui fare molta attenzione è senz’altro l’apposizione dei tre segni a sinistra nel terzo ideogramma. Questi sono quasi sempre disordinati e tratteggiati senza uno schema troppo preciso. 
 

Sketch autografati:

Sia che la carta sia autografata in lettere latine o in Kanji, non è raro che Arita accompagni l’autografo con un piccolo sketch raffigurante il Pokemon della carta.

Anche in questo caso sono necessarie alcune precisazioni. I disegni di Arita sono delle vere e proprie opere d’arte e come tali riportano delle caratteristiche che le contraddistinguono. 

Se si osserva uno sketch con grande attenzione si potrà notare che l’illustratore non crea dei tratti armonici (tipici invece dei falsari), bensì dà vita al disegno grazie all’apposizione di piccole linee staccando moltissime volte la penna dal foglio. 

Grazie all’esame di questi dettagli un occhio attento ed esperto sarà in grado di comprendere subito se ha davanti un originale oppure un pessimo falso.

 


Associazione Autografia collabora fattivamente con GRAAD, il primo Ente italiano che si occupa di certificazione di carte da collezione, e ne cura la certificazione dell’autenticità degli autografi spesso presenti sulle carte Pokemon.