Galileum

Vrain-Lucas e Chasles: la truffa degli autografi più grande di tutti i tempi.

La storia che stiamo per raccontare è da considerarsi la più grande truffa di tutti i tempi nel mondo degli autografi, compiuta nel cuore della Francia più di 150 anni fa. Gli attori di questa assurda vicenda sono due grandi appassionati di storia: il primo Denis Vrain-Lucas giovane figlio di braccianti con una grande abilità nel ricreare autografi falsi, il secondo Michel Chasles, agiato professore di matematica e membro dell’Accademia delle scienze francese.

Non sapremo mai se fu la poca conoscenza storica o la bramosia di possedere oggetti più unici che rari a spingere Chasles a spendere 150.000 franchi per migliaia e migliaia di autografi e manoscritti falsi, 28.367 per l’esattezza. Tutto ebbe inizio del 1867, quando Chasles acquista da Vrain-Lucas il primo fascicolo di lettere autografe datate 1641 e i nomi sono da capogiro: Galileo Galilei, Isaac Newton e Blaise Pascal. A stupire però la comunità scientifica non è il ritrovamento di questi rari autografi, bensì il contenuto.

Quello che emerge da questi inediti ha del sensazionale: Pascal ha scoperto la Legge di gravitazione universale prima di Newton, grazie anche all’intervento di Galilei. Chasles fiuta la ghiotta occasione e porta all’Accademia delle scienze francese questo carteggio convinto di essere immortalato nella storia, ma qualcosa va storto.
Durante le numerose e accese discussioni dei soci presso l’Accademia, qualcuno fa presente che nel 1637 Galileo Galilei, autore di numerose missive del carteggio in questione, era afflitto da cecità e pertanto risultava improbabile che potesse esserne il vero autore.
Ma cos’è il genio se non fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione? In un batter d’occhio Vrain-Lucas confeziona ad arte altri falsi galileiani circa la sua cecità che se confermati riscriverebbero i libri di storia. Si scopre infatti che il celebre scienziato pisano si fingesse cieco con l’intento di attenuare la pesante mano dell’Inquisizione che si era allungata su di lui.

Passano quasi due anni, conditi da polemiche e dibattiti, fino a che il 3 Maggio 1869 Chasles porta all’adunanza dell’Accademia un’altra lettera sulla falsa invalidità del Galilei. Sicuro della sua autenticità, nonostante il parere contrario di quasi tutti i soci, decide di avvalersi di alcuni periti, spedendo a Firenze la foto del presunto manoscritto autentico.
La risposta non tarda ad arrivare e l’8 Luglio Chasles viene colpito da un fulmine a ciel sereno: la lettera si rivela un clamoroso falso. Ammettere adesso di essere stato ingannato non è però per Chasles un’alternativa e stoicamente ci riprova, altra lettera, altra foto a Firenze.
La risposta però è la medesima di qualche tempo prima; Galileo non è l’autore e siamo nuovamente davanti ad una contraffazione.

Nell’adunanza del 13 Settembre 1869 vi è l’epilogo della vicenda, Chasles ammette pubblicamente di essere stato raggirato e denuncia Vrain-Lucas che verrà in seguito arrestato. I periti incaricati dal tribunale troveranno in quella collezione solo 500 franchi di valore e i nomi falsificati hanno dell’assurdo, da Platone a Socrate, passando da Cleopatra e Carlo Magno, tutti rigorosamente scritti in francese moderno. Questa storia deve essere un monito per ogni collezionista che si accinge ad iniziare una raccolta di autografi.

La “fredda” ragione deve sempre prevalere su di noi con l’intento di ricacciare nell’abisso l’anima del romantico Chasles che giace sopita in ogni collezionista, pronta a prendere il sopravvento ogni qualvolta ci si prospetti davanti un’occasione troppo bella per essere che vera, che, si sa, è quasi sempre troppo bella per essere vera.
 

Lorenzo Fortunati